Sono diversi i modi per fare una scuola e organizzarla. Ciò che fa la differenza sono gli
immaginari che abbiamo di bambino, di processi di apprendimento e di famiglia, ma
soprattutto come questi principi educativi vengono tradotti nella prassi quotidiana e nel
modo di organizzare la vita scolastica. E’ guardando l’organizzazione scolastica e il livello
di coinvolgimento dei bambini che si capisce se davvero al centro c’è il bambino e i suoi bisogni.
Dal settembre 2016 lo staff educativo della scuola dell’infanzia M.T.CALCUTTA di
Solbiate Arno formato dalla coordinatrice, dalle insegnanti, si è sempre posto la priorità di
dare concretezza alla “centralità del bambino e al suo bisogno di essere protagonista attivo
del suo progetto di crescita”.
La visione educativa e le finalità generali della scuola che sostengono il Progetto Educativo
vengono declinate in scelte educative di largo respiro, ognuna delle quali informa a sua
volta le scelte organizzative.
Richiamiamo sinteticamente dal Progetto Educativo alcuni elementi che consentano di
cogliere le connessioni con il Piano dell' Offerta Formativa.
I documenti che fondano l'identità di una scuola si ispirano ai principi della Costituzione
Italiana (art. 3-33-34) e si modellano dentro ai confini della recente legislazione scolastica,
riconoscendo anche la portata innovativa di testi come la legge 285/97 in materia di diritti e
opportunità per l'infanzia e l'adolescenza.
La scuola dell'infanzia del nostro paese ha ricevuto con gli Orientamenti del 1991 e
successivamente con le Indicazioni del 2003 e con le Indicazioni del 2007 una forte
legittimazione istituzionale e formativa: è la prima scuola del bambino e della bambina,
alla base del sistema nazionale di istruzione.
La Scuola si definisce come un ambiente educativo ricco di significati e capace di integrare e
ampliare l’azione educativa della famiglia.
La nostra scuola intende contribuire allo sviluppo della persona come “cittadino del mondo”
e mira alle seguenti finalità: Stimolare il bambino alla scoperta e all’espressione
dell’identità personale vista come un processo di maturazione del bambino sotto il profilo
corporeo, intellettuale e psico-affettivo;
- Sostenere la conquista progressiva dell’autonomia intesa come atteggiamento di fiducia
12 nelle proprie capacità;
- Incoraggiare il bambino verso lo sviluppo della “competenza” in una dimensione
complessiva che si rivolga al bambino nella sua globalità;
- Favorire lo sviluppo del senso della cittadinanza fatta di ascolto, regole, rispetto,
collaborazione e responsabilità.
Le scelte educative privilegiano il concetto di RELAZIONE EDUCATIVA che in una scuola
dell'infanzia tiene insieme la relazione insegnante/bambino, in raccordo con i genitori, le
esperienze sociali dei bambini fra loro e le relazioni con un ambiente pensato.
Abbiamo trovato validi riferimenti esterni da cui osservare e riposizionare ruoli, competenze e
priorità, uno di questi è stata la proposta educativa di Loris Malaguzzi (pedagogista,
fondatore della filosofia educativa reggiana e del movimento culturale internazionale
denominato “Reggio Children”) che ha valorizzato il bambino dei cento linguaggi espressivi,
dei cento modi di comunicare, dei cento modi di essere, dei cento…, cento…, e ancora cento, con
la conseguente necessità dei servizi educativi di articolarsi e organizzarsi per rendere possibili
questi linguaggi e le molteplici intelligenze dei bambini!
Un altro riferimento è stata, ed è, Maria Montessori con la sua prospettiva di educare
all’autonomia e alla libertà di scelta. Da lei abbiamo mutuato principi importanti come la
celeberrima richiesta che il bambino fa all’adulto di essere aiutato “a fare da solo”. Importanti sono
state le sue considerazioni sul ruolo dell’educatore di osservatore-regista che lascia fare e
sperimentare perché “ogni aiuto inutile è un ritardo allo sviluppo” e l’idea che
l’apprendimento
debba essere un’esperienza in grado di emozionare.
Inoltre da Gianfranco Zavalloni abbiamo abbracciato “La pedagogia della lumaca.
Per una scuola lenta ”, è necessario riscoprire e ritornare ai ritmi lenti della natura- A
scuola è necessario bandire la fretta, i bambini devono avere la possibilità di crescere
nel rispetto dei loro ritmi, dei loro modi e dei loro tempi di apprendimento. Il fautore
della pedagogia della lumaca indica delle strategie didattiche di “rallentamento”, utili
per far vivere ad ogni bambino la scuola come un luogo in cui si cresce in modo
naturale e tranquillo.
Compito della scuola dell’infanzia è quello di creare le condizioni affinché queste
potenzialità possano diventare competenze.
Il nuovo progetto, riparte da qui, da un forte senso di concretezza: abbiamo smesso di parlare
di un bambino “ideale” che non esiste, preferendo riferirci ai bambini che quotidianamente
abbiamo incontrato e incontriamo, bambini tranquilli, attivi, aperti agli altri, indipendenti, che
a tratti possono manifestare comportamenti diversi, complessi, come pure bambini inquieti,
prorompenti, instabili che immessi in situazioni di rassicurante attività, di clima non
giudicante, lasciano emergere le loro possibilità migliori.
La quotidianità del lavoro nei servizi per l’infanzia ci porta a fare i conti con la diversità di cui
ogni bambino è portatore e che mette in crisi le proposte educative programmate in modo
uguale per tutti. Per noi una scuola sana deve, tramite le proposte ambientali e
l'atteggiamento positivo degli adulti, valorizzare l'individuo e la sua originalità, anziché
volerlo modellare, entro un'unica forma di proposta istruttivo/cognitivo/educativa.
Il nostro
punto di partenza è la capacità di vedere ogni bambino come unico, originale e attivo. Quando
la “visione” del bambino non è questa, il soggetto che non regge la proposta nei modi e nei
tempi imposti, diventa subito il bambino svantaggiato, considerato un po' diverso dagli altri,
che ha difficoltà, che percorre la sua strada con sofferenza, impedimenti e ritmi, la cui lentezza
diventa un problema.